Terzo video della mia rubrica Diamo la parola a Fiorella, sul Canale YouTube del Centro di Psicosintesi di Milano.
Come al solito, il testo è più sotto
Uno Spazio di Libertà
Oggi capiremo meglio perché la disidentificazione è così importante!
Ed è particolarmente importante saper sedare la collera, l’emozione che avevamo preso come esempio nel nostro incontro precedente, anche perché è un’emozione che tende a diffondersi rapidamente tra le persone.
Cerchiamo dunque di capire il procedimento di disidentificazione da un’emozione, chiarendoci passo per passo come dobbiamo usare la nostra mente… Perché abbiamo una mente, anche se non ci hanno mai insegnato come usarla al meglio.
Parliamo di un procedimento psicologico, che riguarda il nostro mondo interiore, e non tutti noi e non sempre siamo abituati ad aver a che fare , a “pilotare” il nostro mondo mentale, interiore!
Primo passo: tornare al Centro di noi stessi, alla Consapevolezza
Per disidentificarci, il primo passo è tornare al Centro di noi stessi, alla Consapevolezza.
Questo è il momento in cui dentro di me do spazio all’auto-identificazione. Mi pongo nel mio centro.
È un momento di spazio.
Io non sono più l’emozione che sto provando.
Io sono un Centro di consapevolezza.
Osservo l’emozione.
Si è creata una distanza, fatta di osservazione, tra la mia consapevolezza, che osserva, e la emozione che provo, che è osservata.
Le emozioni sono in parte mentali e in parte fisiche. Nel nostro caso, l’emozione è la rabbia Se sono arrabbiata, sento il sangue affluire alle mani, la frequenza cardiaca aumenta e una scarica di ormoni (fra cui l’adrenalina) genera un impulso di energia forte, che permette un’azione vigorosa.
Sarei nelle condizioni ideali se dovessi afferrare un’arma, o sferrare un pugno a un avversario. Ecco, mi dico “sono arrabbiata/o”. E qui, secondo la lezione di Assagioli, devo compiere un altro passo verso la disidentificazione. Anziché dire “Sono arrabbiata/o”, dico “In me c’è della rabbia”
Ripetiamo questa frase, così veritiera, e che eppure non siamo abituati a usare. In me c’è della rabbia. Non sono arrabbiata. La rabbia non sono Io. È una forza che sta passando in me, solo una forza momentanea…
Ecco, con la disidentificazione c’è già stata una prima trasformazione. Immaginiamo la mia coscienza come un campo, un cerchio spazioso.
E immaginiamo la rabbia come una sfera più piccola, all’interno del cerchio più grande.
Prima la mia rabbia era dentro al cerchio più grande, il campo della mia consapevolezza, e la rabbia offuscava o disturbava la mia Consapevolezza (in chi commette dei crimini La rabbia può offuscare davvero interamente la Consapevolezza).
Quando la rabbia era dentro al campo della mia Consapevolezza, Io ero arrabbiata. Adesso, con la disidentificazione, le sfere si sono separate. Io sono qui, nel mio Centro, e la rabbia è fuori di me.
Attenzione metterò in evidenza un fatto mentale importantissimo.
Grazie alla disidentificazione, in noi si possono creare degli spazi vuoti. Spazi, di grande importanza, in cui la nostra mente non è posseduta da pensieri automatici o da emozioni involontarie.
Come invece è di solito.
Anzi, quasi sempre.
Questi spazi vuoti sono spazi di Libertà!
Non sono posseduta dalla mia mente, né dalle mie reazioni alle circostanze, facili o difficili che siano. Sono Libera!
La mia attenzione, la mia capacità di osservare è a mia disposizione. Potrei mettermi a osservare le nuvole nel cielo blu, a fischiettare o ad ascoltare il coro degli uccelli, se sono così fortunata da trovarmi in un parco.
Nel nostro prossimo incontro, porteremo a termine il discorso sulla disidentificazione da un’emozione, e parleremo di un altro uso importantissimo di questo spazio di libertà, di questo essere mentalmente nel nostro centro, essere nella consapevolezza che sa osservare, e non solo osservare: la consapevolezza, sa sentire, percepire, ascoltare è collegata con tutti i nostri sensi.