Negli esseri umani la neocorteccia ha raggiunto dimensioni immensamente superiori a quelle della neocorteccia degli altri animali.
Questo comporta un grandissimo numero di interconnessioni dei circuiti neurali, e un corrispondente numero elevato di possibilità di risposte diverse, come reazione alle nostre emozioni.
Questa flessibilità è d’altronde necessaria, data la complessità del nostro sistema sociale.
Questi centri superiori, però, non governano tutta la nostra vita emotiva.
Abbiamo due modalità di conoscenza, fondamentalmente diverse: una mente che pensa, l’altra che sente. Esse interagiscono per costruire la nostra vita mentale.
La mente razionale è capace di ponderare, ed è dominante nella consapevolezza e nella riflessione.
Accanto ad essa c’è un sistema di conoscenza impulsivo e potente, spesso illogico, ma capace di certezze più profonde. È la mente emozionale.
Quanto più è intenso il sentimento, tanto più dominante è la mente emozionale, e meno efficace quella razionale.
Di solito queste due menti operano in armonia, tuttavia sono facoltà semi-indipendenti: ciascuna di esse riflette l’attività di circuiti cerebrale distinti, anche se interconnessi.
Poiché molti centri cerebrali superiori si svilupparono dal sistema limbico (o ne estesero il raggio d’azione) il cervello emozionale ha un ruolo fondamentale nell’architettura neurale: le aree emozionali sono strettamente collegate a tutte le zone della neocorteccia attraverso una miriade di circuiti di connessione.