VANTAGGI COMPORTATI DALLA SPERANZA E DALL’OTTIMISMO
Momenti edificanti in cui l’individuo supera se stesso- IL POTERE DEL PENSIERO POSITIVO!
Nell’ambito di un test, alcuni studenti universitari vennero messi di fronte alla seguente situazione ipotetica:
“Sebbene vi foste posti l’obiettivo di prendere un B, quando vi restituiscono il punteggio del vostro esame, il quale inciderà sulla vostra votazione finale per un 30 per cento, ricevete un D.
Adesso è passata una settimana da quando l’avete saputo. Che cosa fate?”
In questo caso, tutta la differenza sta nella capacità di sperare.
Gli studenti che possedevano un elevato livello della capacità di sperare, risposero che avrebbero studiato di più ed escogitato una serie di contromisure per aumentare la votazione finale.
Gli studenti capaci di nutrire solo moderate speranze pensarono a vari modi con i quali alzare la propria media, ma erano molto meno determinati ad andare fino in fondo.
Comprensibilmente, gli studenti poco inclini alla speranza, demoralizzati. rinunciavano a fare i conti.
“Gli studenti più inclini alla speranza si prefiggono obiettivi più ambiziosi e sanno quanto devono impegnarsi per raggiungerli. Quando si confrontano i risultati accademici di studenti con doti intellettuali equivalenti, ciò che li distingue è proprio la speranza”(C.R.Snyder)
I ricercatori moderni sono sempre più consapevoli del fatto che la speranza non si limita ad offrire briciole di consolazione in una landa di dolore; essa ha invece un ruolo sorprendentemente potente nella nostra vita, in quanto costituisce un vantaggio in situazioni diverse, perché influenza la capacità di sopportare impegni gravosi. “La speranza è la convinzione di avere sia la volontà che i mezzi per raggiungere i propri obiettivi, quali che siano” (C:R:Snyder)
Gli individui con una elevata inclinazione alla speranza hanno in comune alcuni aspetti quali la capacità di automotivarsi, la sensazione di avere le risorse necessarie per raggiungere i propri obiettivi: l’abilità di rassicurare se stessi nei momenti difficili convincendosi che le cose andranno meglio…Dal punto di vista dell’intelligenza emotiva sperare significa non cedere a un’ansia tale da sopraffarci, non assumere atteggiamenti disfattisti o non arrendersi alla depressione di fronte a imprese difficili o all’insuccesso.
In effetti, nel perseguire i propri obiettivi le persone capaci di sperare sono meno soggette alla depressione, meno ansiose, e soffrono meno sul piano emotivo.
OTTIMISMO
L’ottimismo e la speranza , proprio come il senso di impotenza e la disperazione, si possono apprendere.
Alla base di entrambi c’è una visione che gli psicologi chiamano self-efficacy, ossia la convinzione di aver il controllo sugli eventi della propria vita e di poter accettare le sfide nel momento in cui esse si presentano.
“Le convinzioni che le persone nutrono sulle proprie capacità hanno un profondo effetto sulle sfide. Le capacità non sono una proprietà fissa; c’è una enorme variabilità di prestazioni. Chi è dotato di self-efficacy si riprende dai fallimenti: si accosta alle situazioni pensando a come fare per gestirle, senza preoccuparsi di ciò che potrebbe eventualmente andare storto.”(Albert Bandura)
Essere ottimisti, come pure essere inclini alla speranza, significa nutrire forti aspettative sul fatto che gli eventi della vita in generale volgeranno al meglio, nonostante fallimenti e frustrazioni.
Gli ottimisti attribuiscono il fallimenti a dettagli che possono essere modificati in modo da garantirsi buoni risultati nei tentativi futuri, mentre i pessimisti si assumono di persona la colpa dell’insuccesso, attribuendolo ad aspetti o circostanze durevoli che essi non hanno la possibilità di modificare.
Il modo in cui un individuo spiega i suoi insuccessi può dirci se ha un atteggiamento rinunciatario oppure no.
Di fronte a una delusione gli ottimisti tendono a reagire attivamente e con un atteggiamento pieno di speranza, formulando un piano d’azione, o cercando l’aiuto e il consiglio di qualcuno. Essi considerano l’insuccesso come qualcosa a cui si può rimediare.
I pessimisti, invece, reagiscono ai fallimenti dando per scontato il fatto di non poter far nulla affinché le cose vadano meglio la volta successiva. Costoro pertanto non fanno nulla per risolvere il problema, e attribuiscono l’insuccesso a qualche carenza personale che li affliggerà per sempre.
E’ presumibile che sia la combinazione di un ragionevole talento con la capacità di resistere alla sconfitta a portare al successo.
L’ottimismo è un fattore motivante. Mentre la disposizione mentale del pessimista conduce alla disperazione, quella dell’ottimista diffonde speranza. L’ottimismo e la speranza –proprio come il senso di impotenza e la disperazione –possono essere appresi.
Alla base di entrambi c’è una visione che gli psicologi chiamano self-efficacy: cioé la convinzione di avere controllo sugli eventi della propria vita, e di poter accettare le sfide nel momento in cui si presentano.
“Le convinzioni che le persone nutrono sulle proprie capacità hanno un profondo effetto su queste ultime. La capacità non è una proprietà fissa; c’è un’enorme variabilità di prestazioni. Chi è dotato di self-efficacy si riprende dai fallimenti; si accosta alle situazioni pensando come fare per gestirle, senza preoccuparsi di ciò che potrebbe eventualmente andare storto:” (Albert Bandura)