LE PREOCCUPAZIONI
Come abbiamo visto, la preoccupazione è alla base degli effetti nocivi che l’ansia esercita su tutti i tipi di prestazione mentale. Le preoccupazioni annientano la razionalità.
L’ansia insidia l’intelletto. L’ ansia e la preoccupazione sono, in un certo senso, una risposta utile mal gestita, una preparazione mentale troppo sollecita a una minaccia annunciata.
Se ansia e preoccupazione vengono costrette su una monotona routine che imbriglia l’attenzione ,impedendo a tutti i tentativi di concentrarla altrove, ecco che la preoccupazione diventa una disastrosa interferenza cognitiva. Quando sono completamente sbrigliate, le emozioni intralciano l’intelletto.
Quando si chiede a individui inclini alla preoccupazione di eseguire un compito cognitivo, i loro processi decisionali possono venire disorganizzati da pensieri negativi come “non riuscirò mai a farlo” o “sono proprio negato per questo tipo di test.”
Un aspetto paradossale dell’ansia “da esame” sta in questo: la preoccupazione stessa di far bene costituisce un’efficace motivazione in alcuni studenti, mentre può rendere vani gli sforzi di altri.
Date le risorse mentali impiegate in un’attività cognitiva, le preoccupazioni sottraggono risorse disponibili per elaborare altre informazioni.
Anche i leggeri cambiamenti di umore possono far vacillare il pensiero. Quando fanno progetti o prendono decisioni, gli individui di buon umore tendono a percepire positivamente la situazione, il che li porta a essere più espansivi e ottimisti.
Questo avviene in parte perché la memoria è una funzione specifica per ogni stato, e quindi quando siamo di buon umore ricordiamo un maggior numero di eventi positivi; se pensiamo ai pro e ai contro di una certa azione mentre ci sentiamo bene, la memoria orienta il nostro giudizio in una direzione positiva, ad esempio aumentando le possibilità che scegliamo una condotta leggermente avventurosa o rischiosa.
Per lo stesso motivo, il cattivo umore orienta la memoria in una direzione negativa, aumentando la probabilità che la scelta dell’individuo cada su un’opzione eccessivamente prudente, dettata dalla paura.
Il buon umore, finché dura, aumenta la capacità di pensare in modo flessibile, consentendo di raggiungere livelli di complessità maggiori, e semplificando la risoluzione dei problemi ,indipendentemente dal fatto che si tratti di questioni intellettuali o interpersonali.
Ciò implica che per aiutare qualcuno a riflettere su un problema potremmo raccontargli una barzelletta. Una bella risata, come pure l’esaltazione, sembra aiutare l’individuo a pensare in modo più aperto e più libero, consentendogli di cogliere nessi che altrimenti gli sarebbero sfuggiti. E’ una capacità mentale, questa, importante non solo nella creatività , ma anche nel riconoscimento di relazioni complesse e nella previsione di una particolare decisione.
Ma è comunque possibile riportare le emozioni sotto il nostro controllo: questa competenza è una capacità fondamentale che facilita l’espressione di tutti gli altri tipi di intelligenza.