Scegliere lo psicoterapeuta non è un compito banale: il risultato della terapia dipenderà in larga parte proprio da questa scelta. Cercherò quindi di fornirvi qualche criterio utile per fare una buona scelta, e soprattutto per evitare errori.
Un approccio che può venire spontaneo è quello di cercare una definizione per i propri disagi aiutandosi anche con i numerosi siti che trattano questi temi su Internet.
Data questa autodiagnosi, poi si cerca una corrispondenza con qualcuno dei numerosi psicoterapeuti che si fanno pubblicità su Internet, vantando Diplomi, Lauree, e a volte nuove e nuovissime pratiche appena inventate per vari disturbi.
Questo però non basta per trovare un bravo psicoterapeuta. Certo, la preparazione tecnica è indispensabile, lauree e corsi sono importanti e vanno valutati con attenzione, ma ancora più importante è la capacità di entrare in sintonia, di stabilire una comunicazione efficace fra terapeuta e paziente.
Senza questa empatia non c’ è possibilità di avere una terapia efficace.
In altre professioni non è così: un chirurgo può essere eccellente anche se umanamente è arido e freddo come un ghiacciolo. Ma lo stesso non vale per uno psicoterapeuta. La preparazione tecnica da sola non basta, la psicoterapia è un ‘altra cosa: una volta entrati in terapia ve ne accorgere presto.
Alcuni psicoterapeuti iniziano la terapia partendo dalla diagnosi: “Lei… soffre di…: disturbo di panico; ansia; conflitti con il/la partner e /o i figli; ecc… (l’elenco è lungo!)”
Ma uno dei grandi Maestri della psicoanalisi, C.G.Jung, mi pare, dichiarò che l’ultimo passo che faceva, alla fine del percorso terapeutico, era proprio la diagnosi. Perché occorreva conoscere profondamente il paziente, per poter azzardarsi ad attaccargli addosso una etichetta.
Un paziente non è il portatore di una diagnosi: è un essere umano. E’ molto di più
Questo avviene tra paziente e terapeuta: un incontro intimo, la relazione più intima, intersoggettiva, che esista. Allo psicoterapeuta ci apriamo di più che a qualsiasi altra persona: le due menti sono in sintonia.
Lo psicoterapeuta, con tranquillità e profondità, si pone dinnanzi all’altra persona. Con rispetto, facendogli domande leggere e non insistenti.
Come scegliere uno psicoterapeuta, dunque? Certamente il terapeuta deve essere tecnicamente ben preparato, ma non va mai dimenticato che per ogni disturbo, l’atteggiamento curativo dello psicoterapeuta va oltre quanto ha studiato; ed è sempre uno: il calore, l’empatia, l’ascolto profondo di cui un terapeuta è capace per tracciarsi lentamente una mappa del mondo interiore del paziente.
Lo psicoterapeuta deve essere in grado di ascoltare con grande attenzione tutte le circostanze in cui i sintomi compaiono; e ascoltare le emozioni che si provano in ogni conflitto, e accarezzare l’anima di chi sta soffrendo, o ha subito un lutto , magari di un animale caro.
Non é esagerato dire che l’accoglienza iniziale da parte del terapeuta, il cliente lo prova come una “base sicura”, un posto dove può accorrere in caso di difficoltò e dolore. Come tra madre e bambino ben sintonizzati, così fra la coppia psicoterapeutica può esserci un dialogo dove c’è sintonizzazione: cioè un equilibrio reciproco tra i parametri fisiologici dei due.
ECCO COME CONVALIDARE DEFINITIVAMENTE LA SCELTA: il cliente/paziente potrebbe – dovrebbe sentire che quella persona, il terapeuta, ha a che fare con i suoi sentimenti profondi. Parlano lo stesso linguaggio. C’è una sottile affinità ,ben distinguibile.
Provate a raccontare un sogno al terapeuta: egli lo interpreta non con “dotte” complicazioni. Egli segue le immagini del sogno per aiutare il paziente ad avere una nuova, talvolta sbalorditiva , immagine della propria situazione esistenziale: o di un conflitto. Se l’interpretazione vi pare aprire nuovi orizzonti, forse sentirete che e’ Lui/Lei il terapeuta che vi aspettavate.
Fra paziente e terapeuta le emozioni devono scorrere, come magari il cliente non le ha mai sentite scorrere con nessun altra persona.
Quando cercate uno psicoterapeuta non preoccupatevi tanto di insistere sui vostri sintomi. La psicoterapia gira piuttosto intorno alla vita del paziente, per scoprire la posizione che quel disturbo occupa nella sua vita. Nella psiche non ci sono malattie a se stanti: un sintomo non è una malattia a se stante, porta con sé una lunga, lunghissima storia: e il terapeuta, con curiosità e pazienza delicatamente, cerca di renderne consapevole il paziente.
Cerca di fare sì che si appropri di se stesso.
Insomma, il rapporto intersoggettivo paziente- terapeuta è un rapporto particolarmente intimo: è l rapporto più intimo che esiste, afferma Daniel Stern, il Maestro che ha rivelato la Intersoggettività.